a cura di Massimo Confortini e Alessandro Bastianelli
Poche ore e sapremo chi sarà il vincitore della XXXI edizione del Torneo Beppe Viola. In finale ci sono loro, Marco Mei e Damiano Buffa. Il primo ha preso i ’99 dell’Urbetevere solo un mese fa, per partecipare ad una manifestazione già vinta due anni fa col Futbolclub. Il secondo è giunto fino alla finalissima regionale con la sua Nuova Tor Tre Teste, perdendola in modo beffardo all’ultimo secondo contro la Vigor Perconti. Sentiamo le loro sensazioni quando mancano poco più di 24 ore al calcio d’inizio della Finalissima.
LE DICHIARAZIONI DI MEI.
Marco Mei, un’altra finale dopo quella di due anni fa con il Futbolclub. Vedi qualche analogia con quella stagione?
Sinceramente no, credo siano due storie completamente diverse. In quel caso eravamo un’outsider già dalla fase iniziale, mentre l’Urbetevere è una realtà tra le più competitive, ed arrivare in fondo era nelle corde di questi ragazzi.
In finale ci sarà la Tor Tre Teste di Buffa: che partita sarà? E cosa temi di più dei rossoblù?
Mi aspetto una grande finale, contro una squadra fortissima. Spero che i miei ragazzi riescano a tirare fuori quello che hanno dentro. Sono sicuro che saranno all’altezza. Sui nostri avversari posso dire che temo tutto e non temo niente: la loro formazione la conosciamo, hanno valori importantissimi, soprattutto in attacco hanno tante soluzioni, tutte di notevole caratura.
Ormai conosci bene questo torneo. Cosa pensi di questa edizione? Forse una delle più simili a quella di due anni fa, per svolgimento e per valori…
Assolutamente vero. Il Beppe Viola è un torneo che conosciamo bene tutti ormai. Non è un caso che sia definito la Champions League del calcio giovanile. Sono presenti ogni anno tutte le formazioni migliori del settore giovanile, quelle che rappresentano il gotha di questo movimento. In più, se consideriamo che al posto dei campioni regionali della Vigor Perconti ha partecipato una formazione come il Frosinone, capiamo bene il valore della manifestazione, e la difficoltà di ogni partita.
A proposito di Frosinone, siete riusciti ad eliminare i campioni in carica dopo un’autentica battaglia in semifinale, giocando tra l’altro una partita non proprio adatta alle caratteristiche della tua squadra. Quali sono le maggiori difficoltà che avete dovuto affrontare?
Le difficoltà arrivavano per la forza del nostro avversario. L’applicazione che i ragazzi hanno mostrato, però, ha diminuito tutti i problemi. L’abbiamo preparata in pochissimo tempo, ovviamente, viste le tempistiche del torneo, e soprattutto nella riunione tattica prima della partita siamo riusciti a trovare le alchimie giuste. Penso che i ragazzi abbiano affrontato la gara in modo perfetto dal punto di vista caratteriale. Il Frosinone è stato anche sfortunato, il valore della loro squadra è sotto gli occhi di tutti, quel Palmieri davanti è destinato a calcare altri palcoscenici. Noi siamo stati bravi e fortunati, ma questa fortuna ce la siamo guadagnata. Per arrivare in fondo un pizzico di buona sorte ci vuole. Il fatto di non aver concesso per la prima volta al Frosinone di arrivare in finale non penso, però, possa essere solo frutto del caso…
LE DICHIARAZIONI DI BUFFA
Salve Mister Buffa, dopo la finale regionale persa contro la Vigor Perconti siete in ballo per un altro traguardo prestigioso. Questo Beppe Viola vi ha fornito le motivazioni necessarie per ricompattarvi?
Il gruppo non ha mai perso le motivazioni per fare bene, anche dopo una partita sfortunata come quella. Ho un gruppo di ragazzi molto professionale e determinato, la settimana dopo la sconfitta della finale eravamo in 25 ad allenarci al campo, praticamente tutto il gruppo. Ci ha bruciato molto perdere in quel modo, all’ultimo minuto e dopo un secondo tempo giocato in dieci, ma la voglia di crescere e di dimostrare, ancora una volta, chi siamo ha avuto il sopravvento anche sull’amarezza.
Il Beppe Viola d’altronde è un esame importante sul lavoro svolto durante tutto l’anno: solo grazie ad una preparazione adeguata si può riuscire ad ottenere la finale, e lo testimoniano le vittorie conquistate con 35° in campo. Il nostro cammino è solo il frutto di un lavoro partito da lontano.
Un cammino che è passato attraverso le stesse tappe del campionato. Tor di Quinto, Urbetevere, Savio e Lodigiani le avete già affrontate tra fase finale e campionato, tutte battute senza appello. Vi sentite, ora, la squadra più forte?
Beh questo non lo posso sapere, ma siamo sicuramente una squadra importante sotto il punto di vista dell’atteggiamento e della professionalità. Abbiamo vinto partite che, per i valori sulla carta, potevano finire in qualsiasi modo, ma sono rimasto colpito dalla voglia e dalla mentalità messa in campo dai ragazzi. Al di là del risultato, che può essere anche casuale, non abbiamo mai sbagliato le partite importanti, non abbiamo mai sottovalutato nessuno e abbiamo dimostrato sul campo i nostri valori.
Personalmente sono rimasto stupito dalle vostre partenze lampo, come ad esempio contro il Tor di Quinto (stavano già sul due a zero nei primi cinque minuti ndr), mentre durante il campionato puntavate di più a dominare il gioco durante tutto l’arco della partita. E’ cambiato qualcosa anche a livello di approccio?
Forse c’è una serenità diversa nel gruppo, dovuta al fatto che il Beppe Viola è un torneo dal sapore tutto particolare, che privilegia lo spettacolo ed il gioco rispetto al risultato. Oltretutto siamo abituati alla pressione delle grandi partite, dopo una finale come quella contro la Vigor potevamo anche andare al fronte di guerra senza problemi (ride ndr), siamo diventati bravi a gestire queste partite, è un bel passo in avanti dei ragazzi a cui devo rendere merito della crescita anche a livello di personalità.
Cosa teme di più dell’Urbetevere? Si aspetta una partita aperta oppure tirata come la finale regionale?
No, io mi aspetto un grandissimo spettacolo, siamo due squadre che giocano bene a calcio e lo spirito del Beppe Viola pretende che le partite vengano giocate a viso aperto e senza calcoli. Ho visto altre gare del torneo e ho avuto conferma di questa idea, tanti gol, tanto gioco propositivo ed offensivo, tutti hanno provato a mettersi in mostra e giocare a calcio, e noi vogliamo onorare la tradizione di questo torneo dando vita ad una finale dagli altissimi contenuti tecnici. D’altronde, sappiamo preparare le partite solo così, senza tatticismi, e sono sicuro che anche i nostri avversari preparanno la gara allo stesso modo perché hanno valori davvero importanti, specialmente in attacco.
Dopo una stagione così viva e piena di emozioni, si sente di dire qualcosa ai suoi ragazzi?
Come non potrei dopo un anno del genere? Ho i brividi solo a parlarne di questo gruppo per quanto grandi sono le emozioni che mi hanno regalato da due anni a questa parte. Con loro ho già parlato, sanno che ci lasceremo a fine campionato e vogliamo, tutti e venticinque, regalarci questo bel successo dopo un progetto di due anni che, a mio avviso, ha portato a dei risultati tecnici straordinari. Sarebbe il loro giusto premio, e la vittoria nella finale mi renderebbe ancora più orgoglioso di averli allenati.
Siamo arrivati in fondo a tutte le competizioni alle quale abbiamo partecipato, a Natale abbiamo fatto un torneo con tutte squadre professionistiche perso solo in semifinale con la futura vincitrice, primi in campionato, finalisti, si poteva fare di più? Si poteva vincere, ci avrebbe fatto piacere, ma è più importante il percorso fatto insieme, i miglioramenti giorno per giorno, le emozioni provate sulla pelle in questi due anni fantastici. Un episodio o un’ingiustizia in finale non cancella niente, ci siamo arrivati dopo un grande lavoro ed è di questo che mi sento di ringraziarli.