Riceve palla sulla trequarti, salta il primo, supera il secondo, poi dribbla addirittura un terzo, è solo davanti al portiere. Può segnare, mettere a referto la sua doppietta ed esultare una seconda volta rendendo egoisticamente indimenticabile questa piovosa domenica di fine maggio. Ma è un giovane campione, Tommaso Buto, nella testa e nei piedi. Il ragazzo sa che è necessario pensare in primis al bene della squadra, la sua Lodigiani, formazione nella quale milita dallo scorso settembre, e non si lascia ingolosire dalla gloria personale. Così al minuto numero 22, pesca da solo in area il suo compagno Belardinelli: è il colpo che mette k.o. l’Aprilia.
Buto è un ragazzo semplice e determinato, serio ma estroso, come tutti i 10 che si rispettino. “Mi piacerebbe arrivare in Serie A – dichiara il trequartista – ma non è il tempo per pensare a queste cose. Per ora ho in mente un solo obiettivo: vincere il Beppe Viola”. Suona la carica Tommaso, come soli i veri leader fanno.
Sono parole nobili queste, che rispecchiano e testimoniano appieno la classe di un talento in erba, con tanti sogni di gloria e la testa saldamente sulle spalle a fare da fondamenta. Per conquistare i trofei, più o meno importanti, è necessario allenarsi a lungo, e perché no, scegliere un modello positivo al quale ispirarsi: “Sono romanista dalla culla, e col ruolo che ricopro non posso che ispirarmi al grande Totti. Magari un giorno…!”. Magari un giorno, tra qualche anno, potremo annoverare lui tra le stelle che hanno calcato il palcoscenico del Torneo Beppe Viola.
