Manca sempre meno al via del XXXV Torneo Beppe Viola e poi potrà cominciare la caccia al titolo conquistato dalla Romulea nel 2017.
A proposito, noi della redazione di Sport in Oro abbiamo deciso di ascoltare le impressioni di alcuni dei protagonisti della scorsa edizione e, tra questi, non poteva certo mancare Jacopo Turchet, numero 10 della Polisportiva Carso, finalista della passata edizione, e vincitore del premio come “miglior giocatore del torneo”. Queste le sue parole.
“Ciao Jacopo, lo scorso anno hai ricevuto il premio individuale più ambito dai ragazzi che hanno partecipato al torneo, te lo aspettavi? Quali sensazioni sono legate a quel momento?”
“Sinceramente non me lo aspettavo, anche se comunque stavamo facendo molto bene. Inoltre, quando ho ricevuto il premio non me lo sono neanche goduto come avrei voluto, perché avevamo appena perso una finale alla quale tenevamo molto. Poi, però, ripensandoci, mi ha fatto molto piacere vincere, ma sono consapevole che è solo un piccolo traguardo raggiunto per fare sempre meglio”
“Hai un ricordo particolare di quell’edizione?”
“La partita con la Vigor Perconti è stata sicuramente quella più bella. Vincemmo 3-0 e ci prendemmo una bella rivincita dopo il campionato”
“Arrivaste da favoriti il giorno della finale, ma alla fine vinse la Romulea, quanta fu la delusione?”
“Arrivavamo da favoriti, è vero, però la finale è una gara a sé. Oltretutto, i rigori sono una lotteria, quindi ci sta anche perdere. Dovevamo chiuderla prima e la delusione fu tantissima”
“Quest’anno la Polisportiva Carso si candida ad essere di nuovo tra le protagoniste, pensi possa fare bene?”
“Ci alleniamo insieme da anni e i ragazzi che quest’anno faranno il Beppe Viola sono nostri amici. Penso possano fare bene ed arrivare in alto, non so se fino alla finale, ma sono certo che potranno essere tra le protagoniste anche di questa edizione”
“A livello personale, dopo il Beppe Viola hai ricevuto offerte da club importanti?”
“Ho fatto qualche provino con l’Ascoli e con la Ternana, ma di offerte vere e proprie, in realtà, non ne so nulla”