Grande protagonista in campionato, con il titolo ancora nel mirino, la CSS Tivoli, squadra che milita nel campionato Giovanissimi Regionali, si appresta a disputare il XXXVº Torneo Beppe Viola. I tiburtini puntano ad essere la mina vagante in un girone molto competitivo, sfruttando l’effetto sorpresa, come spesso accade in un torneo come il Beppe Viola. Ai microfoni di Sport in Oro è intervenuto il tecnico Vincenzo Bencivenga
Mister, fino ad ora la vostra stagione è stata ottima.
Per farla diventare perfetta cosa manca?
“Siamo stati grandi fino a questo momento, e i risultati in campionato lo stanno testimoniando.
Ci siamo confrontati con squadre di ottimo livello, il Futbol su tutti, anche se ha un po mollato nelle ultime settimane.
Senza voler nulla togliere naturalmente allo Spes Artiglio, in testa con merito e dotato di ottime individualità, anche se le piccole dimensioni del proprio campo complica e non poco la vita agli avversari.
Noi siamo a quattro punti dalla capolista e con una partita in meno, la speranza è ancora tanta e ce la giocheremo fino alla fine concentrati sull’obiettivo rimonta.
Ci siamo tolti delle belle soddisfazioni anche nel torneo di Pasqua a Cattolica, dove siamo riusciti a vincere, mettendo la ciliegina sulla torta ad un’esperienza già di per se formativa ed avvincente.
Negli ultimi due anni siamo cresciuti molto, sotto anche l’aspetto societario, e penso che per rendere questa stagione perfetta non manchi nulla, anche se l’appetito vien mangiando e non lasceremo nulla al caso”.
Fra poco avrà inizio il Beppe Viola.
Che sensazioni ha in merito?
“Grandissimo torneo, il migliore e il più importante per questa categoria e non solo a livello regionale, ma su scala nazionale.
Anche lo scorso anno eravamo presenti, ma questa volta ho a disposizione una squadra più pronta, che può togliersi delle soddisfazioni nonostante il girone sia molto impegnativo, con Tor di Quinto e Ponte di Nona a partire con i favori del pronostico, e noi ed il Vescovio da outsider..
Ci teniamo tutti a fare bella figura, dai ragazzi alla società, e daremo il massimo in ogni istante.
Ho un solo rammarico, che è quello di giocare su un campo di piccole dimensione come quello del Ponte di Nona.
La struttura non si discute, ma purtroppo per la mia concezione di come voler far giocare la squadra siamo limitati su un terreno di gioco così.
Per l’età che hanno i ragazzi, il mio compito è quello di poter insegnare loro a fare calcio in una certa maniera, e su questi campi non è cosa semplice.
Non sono certo scuse, e comunque alla fine sarà sempre il campo a parlare”.