Il Montespaccato di mister Giacomo Specchia si prepara a partecipare alla XXXX edizione del Torneo Beppe Viola al termine di una stagione complicata e quindi con l’intenzione di un pronto riscatto, dopo aver perso la categoria. Un approccio alla competizione che il tecnico degli azzurri si aspetta e chiede a gran voce alla sua nuova squadra.
Mister, come arrivate a questo importante appuntamento?
“Questo è un gruppo che ho preso appena dieci giorni fa. Quindi lo conosco ancora poco. Ha perso la categoria qualche settimana fa e allora credo che ci sarà da parte loro una grande voglia di riscatto. C’è da ripartire e da ricostruire”.
Quindi rimettersi a giocare può aiutare da un punto di vista fisico e del morale in un girone che è abbastanza complesso. Che idea si è fatto del vostro raggruppamento?
“In questo girone ci sono squadre importanti. C’è il Grifone che sta in semifinale e potrebbe giocarsi il titolo nazionale. E pure il Trastevere ha fatto un buon campionato. Nell’affrontare il Beppe Viola in questo momento non ci interessano i risultati. Quello che vogliamo è ripartire da zero. Con un nuovo cammino, un nuovo spirito, altre idee, nuovi principi.
Questo è ciò che cerco: ai ragazzi ho chiesto di entrare con una testa diversa, più convinta, più determinata. Poi per il resto, quel che succede, fa parte della bellezza di questo torneo”.
In questa edizione si può comunque contare sul fatto che ci sono più possibilità anche per le seconde.. Questo cambia anche le prospettive
“Ma io ne ho di aspettative. Da questa squadra mi aspetto tanto. Sento che abbiamo tutto per poter ripartire. Io li aspetto. È quasi una pretesa la mia. Perché se saremo determinati, la conseguenza è che poi ci si possa giocare anche il primo o il secondo posto. Il fatto di dover ripartire ci deve anzi dare degli stimoli nuovi. Poi, ovviamente, siamo consapevoli di incontrare squadre più organizzate, che si conoscono da più tempo di noi e che quindi hanno un percorso diverso dal nostro alle spalle. E per questo dobbiamo essere molto umili. Tuttavia ce la giocheremo. Quello è poco ma sicuro”.
A cura di: Francesco Mafera